Vietato informare in Turkmenistan

In Turkmenistan, uno dei paesi più pericolosi per i giornalisti, i media sono completamente sotto il controllo dello Stato. Pertanto, pochi si assumono il rischio di informare in modo indipendente. La condanna di Nourgeldy Halykov o l’incarcerazione di Mansour Minguelov illustrano l’assurdità di un regime che fa di tutto per imbavagliare.

Nourgeldy Halykov (26 anni) lavorava clandestinamente per il Turkmen News, un notiziario indipendente con sede nei Paesi Bassi specializzato in diritti umani. All’inizio di luglio 2020, trova una foto di esperti della dell’Organizzazione Mondiale della Sanità in visita in Turkmenistan apparsa sull’account Instagram di una sua ex compagna di classe che, in seguito a ciò, ha subito pressioni. Nourgeldy Halykov la pubblica su Turkmen News.

La convocazione del giornalista in commissariato, poi la sua messa in custodia cautelare, non si fanno attendere. Il 26 luglio è ufficialmente accusato di frode, un presunto debito di circa 4.000 euro non onorato, contratto all’inizio dell’anno. È stato denunciato da un “amico”, Iouri Rogousskiy. Il 15 settembre, Halykov è condannato a 4 anni da un tribunale di Ashkhabad per il reato di frode, accusa comunemente utilizzata dai servizi di sicurezza per far tacere i “nemici dello Stato” e solo a causa di una foto di cui non era l’autore. Rischia di essere torturato. Per ottenere la liberazione di Halykov, il suo datore di lavoro si rivolge a studi legali americani, all’OSCE e a ONG.

Fino all’ultimo, i parenti di Nourgeldy Halykhov hanno sperato in un’amnistia in occasione della Giornata internazionale della neutralità (12 dicembre). Invano.
Il governo turkmeno sostiene che il paese è stato risparmiato dalla pandemia e continua a negare la presenza del coronavirus nel suo territorio. Ma civili, persone incarcerate o addetti sanitari in prima linea, continuano a morire. Neanche i risultati positivi dei test dei diplomatici stranieri in Turkmenistan riescono a persuadere le autorità della necessità di modificare questa linea di condotta. Di conseguenza, il monitoraggio dei tassi di infezione è difficile e la mortalità per covid aumenta.

Il Turkmenistan è l’unico paese al mondo, insieme alla Corea del Nord, a non aver ancora riconosciuto sul proprio territorio alcun caso di coronavirus, nonostante un aumento delle polmoniti. È uno dei paesi più chiusi. I giornalisti indipendenti sono bersagli e tutti coloro che non trasmettono un’ “immagine positiva” del paese sono vittime di arresti arbitrari. Il paese occupa il 179º posto su 180 nella classifica mondiale della libertà di stampa stabilita da RSF.

Sono i giornalisti, come Mansour Minguelov, i primi a portare il peso di questa situazione. Mansour Minguelov, affetto da tubercolosi contratta durante la detenzione nella prigione LBK/11 di Seidi (Lebap,), rischia altri 10 anni. Testimone impotente delle torture inflitte al fratello nel 2012, ne aveva denunciato la pratica. Non solo presso l’ambasciata degli Stati Uniti ad Aşgabat, ma anche presso la Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa e il procuratore generale turkmeno.

Dopo aver raccolto prove di tortura, in particolare durante la detenzione cautelare e nei confronti dei turkmeni di origine balucha, descriveva in dettaglio i metodi degli agenti: scalpelli usati per rompere le ossa dei detenuti, tenaglie per strappare la pelle delle parti intime, scariche elettriche. È stato accusato di produzione pornografica, di «incitamento di minori ad azioni socialmente riprovevoli», nonché di traffico di stupefacenti. Più tardi, il presidente del tribunale che lo aveva condannato a 22 anni di carcere avrebbe confermato il carattere politico della sentenza, come rappresaglia al suo lavoro di documentazione sulla tortura.
………………………………………
Il coronavirus ha aggravato la già preoccupante situazione del paese. Calamità e crisi economica e sociale continuano a gravare sulla popolazione, cui il regime fornisce un sostegno totalmente insufficiente. In primavera, una terribile tempesta – che i media ufficiali hanno passato sotto silenzio- ha spazzato via la regione desertica del Lebap, distruggendo le abitazioni e causando numerose vittime. È in questa zona remota, in campi privi di servizi igienici dignitosi, che le persone in quarantena si accalcano nelle baracche.

I lavoratori disoccupati di Bielorussia, Russia e Turchia si ammassano alle frontiere ermeticamente chiuse e aspettano. I negozi e i mercati, fonte di approvvigionamento della popolazione locale, sono stati chiusi tutto l’autunno e le lunghe code per gli acquisti di beni di prima necessità sono ormai uno spettacolo familiare. In occasione di eventi ufficiali, il governo ha recentemente riconosciuto la “difficile situazione economica”, interrompendo la sua tradizionale abitudine di sottolinenare solo i successi e la prosperità del paese. Ci si chiede se i membri del regime abbiano approfittato dell’aiuto medico e umanitario offerto dall’Occidente per combattere il virus. In ogni caso, i cittadini del Turkmenistan devono fare tutto il possibile per ricostruire un’esistenza distrutta.
(RSF e Turkmen News)

TURKMENISTAN
Repubblica guidata da Gurbanguly BERDIMUHAMEDOW, Capo di Stato e Primo Ministro
► 469,930 kmq – 6,031.200 abitanti
► La pena capitale è stata abolita;
► Tortura e pratiche medioevali: processi iniqui; lavoro forzato; giornalisti molestati
► Parte dell’ICCPR, il paese ha ratificato la Convenzione contro la tortura nel 1999.

NB: Al Presidente della Repubblica del Turkmenista inviare la lettera in inglese, all’ambasciata si puo’ inviare in inglese o in italiano. Per chi invia le mail è sicuramente più agile inviare la stessa mail in inglese ad ambo i destinatari contemporaneamente

Lettera/appello da inviare (download)
In inglese
In italiano
✍ISTRUZIONI PER INVIARE LE MAIL✍
👉 copiare il testo della lettera (destinatario compreso) nella vostra mail
👉 inserire l’oggetto specifico: Concern for Nurgeldi Halykov and Mansur Mingelov
👉 inserire indirizzo e/o indirizzi cc per la e-mail
👉 firmare in fondo con nome e indirizzo, quindi inviare