Tortura. 62°sessione Comitato ONU, considerazioni a margine

A margine della 62° sessione del Comitato ONU contro la tortura che ha preso in esame quanto fatto dall’Italia in materia, ci preme fare alcune considerazioni di merito.
Come Acat Italia e Fiacat abbiamo presentato un rapporto alternativo rilevando quelli che sono a nostro avviso le lacune e i problemi che tutt’ora sussistono in quest’ambito e siamo lieti che il Comitato abbia voluto prendere in considerazione le nostre osservazioni.
In prima battuta il Comitato ha ritenuto opportuno prendere in esame la legge che introduce il reato di tortura all’interno del Codice penale italiano, in particolare riguardo le difformità sussistenti tra la formulazione italiana e quanto contenuto nella relativa convenzione ONU.-
Molto si è soffermato sulla situazione carceraria, soprattutto in merito al sovraffollamento delle carceri, problema non ancora pienamente risolto anche se senza dubbio inferiore rispetto al passato e sul regime di carcere duro denominato 41bis.
I rilievi maggiori sono però stati posti sulle politiche migratorie con particolare riferimento agli accordi siglati con la Libia, questione su cui in questi stessi giorni si è ampiamente pronunciato anche l’Alto commissariato ONU per i diritti dell’uomo con una condanna molto forte e circostanziata rispetto alle condizioni dei centri di detenzione in quel paese.
Se a questo si aggiungono poi le ultime notizie circolate a mezzo stampa, tra cui il servizio della CNN, che denuncia l’esistenza di un vero e proprio mercato di schiavi, risulta davvero difficile accontentarsi delle spiegazioni fornite dal rappresentante del Ministero degli Interni.
Inoltre, se, come più volte ribadito, nel siglare il patto con la Libia è stato messo al centro il rispetto dei diritti umani, allora risulta veramente assurdo che non ci sia un passo indietro da parte del Governo.
Il controllo delle frontiere e la riduzione dei flussi non possono giustificare la silente complicità con pratiche di carattere vessatorio, ingiusta detenzione, violenze, e trattamenti inumani e degradanti  come ampiamente documentato da diverse organizzazioni indipendenti e denunciato dall’ONU.
Altre critiche sono state avanzate rispetto alla persistenza del reato di immigrazione clandestina, i respingimenti e le procedure di espulsione, non sempre rispettose dei diritti umani.
Come Acat Italia attendiamo le conclusioni e le raccomandazioni del Comitato ONU in seguito a questo esame periodico e ci auguriamo che l’Italia voglia fare tesoro delle varie questioni e problematicità sollevate attuando azioni conseguenti e necessarie.
*Un sentito grazie ai nostri due volontari, Cono Giardullo e Carlo Alberto Cucciardi che hanno contribuito a stilare il rapporto e hanno preso parte alla prima sessione dei lavori tenutasi a Ginevra e a FIACAT per il prezioso supporto