In pericolo Yidiresi Aishan, difensore degli Uiguri

Originario della provincia di Korla nello Xinjiang, Yidiresi Aishan –anche detto Idris Hasan- è nel mirino di Pechino per “attività terroristiche”. Informatico di 34 anni, padre di tre figli oggetto di una informativa dell’Interpol dal 2017, è stato arrestato al suo arrivo a Casablanca il 19 luglio scorso. Su di lui ora pende una richiesta di estradizione da parte della Cina.

Nel 2012, era fuggito dalle discriminazioni del governo cinese trasferendosi in Turchia. Impegnato nella difesa dei diritti degli Uiguri, ha iniziato a sentirsi minacciato ed è stato arrestato diverse volte fra il 2014 e il 2017. Non potendo arrivare direttamente in un paese europeo per richiedervi asilo è passato per il Marocco. Ora l’informativa rossa dell’Interpol emessa su richiesta della Cina con la richiesta di estradizione di Yidiresi, accusato di atti di terrorismo, è stata accolta dalla Corte di Cassazione marocchina. Yidiresi Aishan ha sempre rigettato tutte le accuse d’appartenenza o di partecipazione ad attività terroriste dell’organizzazione Movimento islamico del Turkestan orientale (ETIM).

Per 4 anni, Yidiresi è stato oggetto di una informativa «dormiente», fino al suo arresto nel luglio 2021. Privo di ogni assistenza giuridica è comparso davanti al Procuratore del Re anche se l’informativa nel frattempo era stata sospesa, nell’agosto 2021, in quanto contravveniva allo statuto dell’Interpol, organizzazione che proibisce inchieste o interventi per motivi politici o religiosi. Sospensione anche dovuta a legittime domande sulla veridicità delle informazioni date dalla Cina, la cui oppressione totale degli Uiguri rivelata di recente, approfondisce sempre di più il fossato fra l’Occidente e la RPC.

Dubbioso sulle possibilità di annullamento della richiesta di estradizione, l’avvocato di Aishan punta invece sulle lacune procedurali dell’informativa dell’Interpol, richiesta che sarebbe stata oggetto di una domanda di ritiro o sospensione, procedura riservata agli affari sensibili che richiedono una misura provvisoria di sospensione. Prima di emettere una informativa rossa, il suo statuto obbliga l’Interpol a procedere a controlli preliminari dei dossiers.

Molti casi recenti presentano esami fatti superficialmente come sicuramente nel caso d’Yidiresi, in quanto l’informativa è stata diffusa senza procedere alle necessarie verifiche. Una pressione politica internazionale potrebbe convincere il Marocco a non rimpatriare il suo cliente in RPC, e quali che siano le ragioni del ritiro e della sospensione, la drammatica avventura di Aishan, basata su rivelazioni indegne e spaventose, può ben essere suscettibile di trovare oggi una soluzione.

Il trattamento indegno del popolo turcofono Uiguri, minoranza che rappresenta meno della metà dei 25 milioni d’abitanti della provincia colonizzata dello Xinjiang, è universalmente nota è ormai sotto gli occhi del mondo. Più d’un milione di Uiguri e di cittadini residenti in altre comunità mussulmane -«minoranze nazionali », secondo la terminologia comunista-, perseguitati e inquadrati in massa e poi confinati in campi di concentramento o di rieducazione dove sperimentano un vero calvario, sottoposti a una vasta gamma di pene e trattamenti inumani crudeli e degradanti, a percosse e sparizioni forzate, particolarmente intense a partire dal 2009 con la scusa della lotta dura contro il terrorismo, trattamenti che sono stati definiti dagli Stati Uniti come genocidio nel luglio 2021.
La sospensione dell’informativa fa supporre che il dossier riguardante Ayshan è poco consistente e l’accusa di terrorismo infondata e montata ad arte.
Dal momento che la Cina cerca palesemente di annientare un popolo con internamenti mirati «pedagogicamente» quali il lavoro forzato, l’eugenismo, l’inculturazione e con una implacabile colonizzazione, la ratifica nel dicembre 2021 d’un trattato bilaterale d’estradizione fra Cina e Turchia che implica la questione degli Uiguri (turcofoni) suscita vive preoccupazioni nella diaspora di cui si parla; e ciò malgrado le diplomatiche assicurazioni che Ankara non rimpatrierà gli Uiguri in RPC.

Infine, una estradizione per motivi politici non sarebbe fondata. Allo stesso tempo una dichiarazione dell’ONU, pur sprovvista di effetti giuridici comporta una pressione politica forte, che potrà pesare sulla decisione finale. Il Marocco dovrebbe superare il trattato Cino-Marocchino d’estradizione del 2016 –ratificato da entrambi i paesi- e considerare anzitutto che l’estradizione di Yidiresi Aishan viola non solo la Convenzione di Ginevra, in particolare il principio di non-respingimento di un richiedente asilo in attesa di risposta, ma anche la Convenzione dell’ONU contro la tortura di cui il Marocco è parte da molto tempo.
Il diritto internazionale vieta espressamente l’estradizione di una persona che rischia di essere esposto a tortura o trattamenti crudeli o inumani.

Ulteriori informazioni sul caso di Yidiresi Aishan e sui rischi degli Uiguri


Lettera appello per Yidiresi Aishan ( italianofrancese)


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Giobbe 22,30
Egli libera l’innocente; tu sarai liberato per la purezza delle tue mani.