Colombia: dopo migliaia di morti, ora la pace

Dopo 50 anni di guerriglia in Colombia, con migliaia di morti e terribili violazione dei diritti umani che hanno visto la ACAT spesso in azione, è stato ratificato l’ accordo 
di Massimo Corti ( tratto dal Corriere di Acat Italia gennaio 2017)
La Colombia è straziata da oltre 50 anni di guerra civile, tra i guerriglieri delle Farc e le forze governative. Le Farc sono nate nel 1964 e l’ atroce guerriglia che si è svolta in Colombia ha visto oltre 220.000 morti, 30.000 sequestri, 130.000 feriti dalle mine, 40.000 sparizioni, 1,800 donne violentate, oltre 75.000 persone che hanno perso tutto a causa degli scontri e circa7 milioni di sfollati. Le Farc, per finanziarsi, hanno sempre favorito il traffico dei Narcos, trafficanti di droga internazionali, pertanto la guerra che lo Stato muoveva loro era anche una fortissima guerra contro i Narcos, trafficanti che hanno insanguinato il Paese oltre ogni limite. E le reazioni dell’esercito non sono state più leggere.
 
Il 23-9-2016 è una data storica, perché dopo lunghissime trattative viene firmata la pace: le Farc si impegnano ad abbandonare la guerriglia, diventando un partito politico. Gli accordi prevedono complessi meccanismi di pacificazione, il risarcimento dei danni, la restituzione delle terre sequestrate, la lotta ai Narcos e aiuti a chi cambia cultura È forte il rischio di vendette e ritorsioni, il processo di pacificazione è affidato a tribunali ad hoc a livello locale per analizzare i crimini di guerra. La firma è avvenuta alla presenza di 15 capi di stato, ministri stranieri, ambasciatori e oltre 2,500 persone. La U.E. si è impegnata e cancellare le Farc dalla liste dei terroristi mondiali.
 
Ma il 3 ottobre 2016, solo pochi giorni dopo la firma della pace, il referendum nazionale indetto per sancire lo storico evento boccia tale accordo con il 50,21% di NO. Hanno pesato sul voto del NO le aree urbane, dove i danni della guerriglia sono meno evidenti e la grande attività dell’ex Presidente Alvaro Uribe Vélez da sempre contrario. Ha giocato contro gli accordi anche una certa spavalderia degli “ex” guerriglieri e alcune loro pretese politiche. I negoziati sono continuati a Cuba, perché la volontà di proseguire nel processo di pace è forte, per far tornare la Colombia ad una vita normale e godere di una economia che inizia a riprendersi e di finanziamenti esteri concessi per aiutare la transizione. Il 13 novembre 2016 a L’Avana il governo della Colombia e le Farc hanno concluso un nuovo accordo di pace che accoglie molte obiezioni di chi aveva contestato l’accordo precedente (che era valso il Nobel per la pace al presidente colombiano Juan Manuel Santos).
 
Il nuovo accordo è stato firmato il 24 novembre tra Santos e Londoño, nonostante le proteste dell’ex Presidente Uribe che non vede sostanziali differenze tra questo e quello di settembre. Il 1° dicembre il Parlamento della Colombia ha definitivamente approvato il nuovo accordo di pace con i ribelli delle Farc, con una maggioranza di 130 voti a zero; lo stesso giorno, il trattato era stato approvato dal Senato all’unanimità. Tale accordo prevede che in 5 giorni i circa 5.800 combattenti delle Farc verranno dislocati in 27 «zone di pace» all’interno delle quali saranno disarmati sotto la supervisione delle Nazioni Unite. 
Per informazioni complete vedere il sito della ambasciata: http://italia.embajada.gov.co/