XVII Giornata mondiale contro la pena di morte

La diciassettesima Giornata mondiale contro la pena di morte che si celebra il 10 ottobre, ha il suo focus quest’anno sui diritti dei bambini i cui genitori sono stati condannati a morte o giustiziati.
Spesso dimenticati, i figli di genitori condannati a morte o giustiziati portano un pesante carico emotivo e psicologico che può comportare una vera e propria violazione dei loro diritti.
L’evento traumatico può registrarsi in qualsiasi fase del percorso penale del genitore: arresto, processo, condanna, permanenze nel braccio della morte, data di esecuzione, esecuzione stessa e conseguenze successive. I cicli ripetuti di speranza e delusione che possono accompagnare tutte queste fasi possono avere un impatto a lungo termine, a volte anche nell’età adulta.
La stigmatizzazione da parte della comunità in cui vive e la perdita di un genitore per mano dello stato, rafforzano la profonda instabilità nella vita quotidiana del bambino. In linea con il trentesimo anniversario dell’adozione della Convenzione sui diritti dell’infanzia (20 novembre 1989), l’attenzione di questa Giornata mondiale è rivolta ai bambini e ai loro diritti umani.
La pena di morte in cifre:
• 106 paesi hanno abolito la pena di morte per tutti i crimini
• 8 paesi hanno abolito la pena di morte per reati ordinari
• 28 paesi sono abolizionisti di fatto
• 56 paesi mantengono la pena di morte
• 20 paesi hanno eseguito condanne a morte nel 2018
• Nel 2018, i primi 10 paesi boia sono stati: Cina, Iran, Arabia Saudita, Vietnam, Iraq, Egitto, Stati Uniti, Giappone, Pakistan e Singapore.
Per maggiori info e per consultare il materiale informativo vai alla pagina della World coalition against the death penalty